Le “Collezioni Carrà” di Vincenzo Mola e Giovanni Gioia

A legarli è l’amicizia, ma soprattutto una grande passione in comune: quella per la mitica Raffaella Carrà. Sono i salernitani Vincenzo Mola e Giovanni Gioia, che dal 2009 partendo dalla straordinaria ammirazione per la Raffa nazionale hanno avviato una collezione assolutamente inedita di abiti originali di scena indossati nelle sue trasmissioni più amate e seguite, ma anche di vestiti realizzati per lei e mai indossati, arrivando a raccogliere oltre 400 pezzi.

Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger, ha intervistato, oggi, per “06play” Vincenzo Mola proprietario insieme all’amico Giovanni Gioia di “Collezioni Carrà”.

Intervista

Ilaria – Come nasce questa passione per Raffaella?
Vincenzo – Il mio amico Giovanni era da sempre fan della Carrà ed ha coinvolto me in questa grande passione. Nel 2009 abbiamo partecipato al quarto raduno internazionale dei fans e subito dopo siamo andati a visitare la sartoria che realizzava i suoi abiti dal 1976, fu in quella occasione che abbiamo comprato il primo vestito. Era un pezzo del 1991 disegnato da Corrado Colabucci con un ricamo spettacolare, realizzato in cannette e Swarovski per lo show musicale Saint Vincent.

Ilaria – Da allora non vi siete più fermati, o sbaglio?
Vincenzo – Abbiamo messo in piedi una raccolta non solo di abiti, ma anche accessori, cappelli, body, gilet e tutto quello che ha rappresentato e rappresenta lo stile Carrà.

Ilaria – Uno stile, quello della Carrà, che ha fatto la storia del costume e della televisione italiani.
Vincenzo – Chi non ricorda il primo ombelico scoperto apparso sul piccolo schermo. Erano i primi anni ’70 di un’Italia bacchettona e una tv ancora limitata dalla censura quelli in cui una giovane showgirl ballava e cantava “Tuca tuca” col pancino in bella vista, turbando il sonno di milioni di italiani.

Ilaria – ll giorno dopo i giornali di allora scrissero che la Carrà sarebbe evaporata come una bottiglia di champagne lasciata senza tappo.
Vincenzo – Ma tutti sappiamo che così non fu. Tutt’altro. Quell’ombelico scoperto era un segnale forte di libertà mista a trasgressione che l’avrebbe consacrata come icona popolare prima nel nostro Paese e successivamente anche all’estero.

Ilaria – Determinante nel suo successo, oltre al talento innato e poliedrico, il look unico e sempre riconoscibile della Carrà. Vero?
Vincenzo – Verissimo. Raffaella è stata in grado di anticipare le mode e dettare le tendenze.

Ilaria – Con la vostra raccolta ripercorrete attraverso gli abiti gli anni dal 1975 al 2012 che hanno segnato il caschetto biondo più amato al mondo.
Vincenzo – Il nostro preferito, forse quello più prezioso, è un vestito disegnato da Luca Sabatelli per Carramba che fortuna del 2008 con circa 18mila Swarovski.

Ilaria – Come custodite gli abiti della Carrà?
Vincenzo – Li teniamo in custodie scure per proteggerli dalla luce, mentre quelli più lavorati e pesanti li abbiamo riposti in scatole, perché il peso eccessivo rischierebbe di lacerare i tessuti. La manutenzione è necessaria, per restaurarli utilizziamo le perline e la paillettes originali che abbiamo recuperato nella sartoria dell’epoca.

Ilaria – In questi anni avete saputo valorizzare la vostra ‘speciale’ collezione dando l’opportunità al pubblico di ammirarla in diverse parti d’Italia attraverso mostre e spettacoli.
Vincenzo – Non ci fermiamo mai. Da Cinecittà ad Agropoli, ma anche a Gallipoli per la finalissima di Miss Mondo Italia e nel 2015 a Messina. Indimenticabile la rassegna allestita al Monte di Pietà e lo splendido show che attraverso gli abiti e le canzoni più celebri della Carrà ne ha ripercorso la carriera, coinvolgendo spettatori da tutta la Sicilia.

Ilaria – Una nuova sfida vi attende…
Vincenzo – Dal 21 al 25 agosto vi sarà la mostra/evento. Ed il 25 agosto alle ore 21.00 il Tuca Tuca Show.

Ilaria – Sogno nel cassetto?
Vincenzo – Abbiamo in cantiere un libro sugli abiti della Carrà e ci auguriamo che questo progetto possa presto diventare realtà. Per noi Raffaella è un simbolo di libertà e di elegante trasgressione. Nelle sue canzoni, ad esempio, ha dimostrato di saper trattare anche gli argomenti più seri con leggerezza, ma non con superficialità. Lei è sempre stata capace di dire e fare tutto ciò che pensava, ma lo ha fatto sempre con discrezione e probabilmente è questo il segreto del suo straordinario successo.

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