A tu per tu con Lilli Manzini

Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger, ha intervistato per noi di “06play” Lilli Manzini.

Intervista

Ilaria – Ciao Lilli e benvenuta. Cosa ti ha spinto a entrare nel doppiaggio?
Lilli – Ciao carissima Ilaria. Grazie per questa nostra nuova intervista. Beh diciamo che mi ha spinto l’amore genetico per l’arte della recitazione. Ho cominciato da bambina e sai, i bambini sono delle spugne; inoltre a quei tempi, potevo avvalermi di grandi maestri del teatro e del cinema, che mi hanno arricchita di grande esperienza.

Ilaria – Uno dei personaggi che hai doppiato nei cartoni animati che più ti ha divertito?
Lilli – Senza ombra di dubbio, tutti i personaggi di puntata de I GRIFFIN, in particolare Ivanka Trump, con il suo fare snob e al contempo isterico. Poi c’è il personaggio ricorrente di BOB’S BURGERS, Nat, che è un’autista di limousine, omosessuale, con grande senso critico e sensibile al contempo.

Ilaria – Se non fossi stata doppiatrice, cosa avresti fatto?
Lilli – Avrei fatto la psicologa. Adoro la mente umana con le sue contraddizioni ed evoluzioni a seconda di ciò che accade agli individui. Ma poi ho pensato che immagazzinando troppo spesso i problemi patologici degli altri, avrei compromesso anche il mio sistema nervoso, già abbastanza sensibile. Bisogna avere grande forza d’animo per fare quel lavoro. Per carità, io ne ho tanta, ma a tutto c’è un limite.

Ilaria – Un’attrice che avresti voluto doppiare e che non ti è mai stata assegnata?
Lilli – Non è un’attrice di questi tempi, ma di altri, i più belli, i migliori, dove non esisteva la “gentaccia” di adesso, che il più delle volte, non sa nemmeno cosa vuol dire distribuire per merito… avrei tanto desiderato doppiare la Hepburn. Una donna straordinaria, fragile e forte insieme. Un’anticonformista. Insomma, una Lilli Manzini anni 40.

Ilaria – Hai mai pensato di smettere considerando le “sette” italiane che fanno lavorare i soliti 10?
Lilli – Certamente che l’ho pensato, come tutti quelli che si vedono scavalcare dal Popolino. Ma credimi cara Ilaria, questa soddisfazione non gliela darò maiiiiii. Questo letamaio va ripulito e ricreato. Ti informo che ho stilato una bella lista di grandi artisti “rimasti indietro”, abbandonati a loro stessi, che sono pronta a far lavorare costantemente, appena un cristo di cliente mi da il lavoro da editare. Collaboro con cinque società che mi stimano molto e spero vivamente di riuscire nel mio intento. Meritiamo tutti di tornare in auge. Oramai stanno andando avanti SOLO I FAVORITI DI UNA CASTA NOBILIARE che a parer mio è molto decaduta, visto e considerato che il doppiaggio sta finendo piano piano, nelle mani dei figli di…., i nipoti di…., gli amici di…. . Per quello che vivo quotidianamente, certa gente se lo meriterebbe proprio di essere sostituita dall’intelligenza artificiale. Sono tutti una massa di mascalzoni e ingrati. Che quando
piangevano denaro che non avevano nemmeno 30 anni, andavano a leccare il culo ovunque, facendo salamelecchi a go-go, e adesso li vedi atteggiarsi a Super-direttori, senza portare il minimo rispetto a CHI li ha fatti emergere, mandando avanti esclusivamente i LORO protetti. Basta andare sulla PAGINA di Facebook de IL MONDO DEI DOPPIATORI, cliccare sui link che si trovano sopra ogni locandina che viene postata, et voilà, ecco a voi la fotocopia della fotocopia dei doppiatori blasonati (Prrrr)…con l’immancabile presenza di nuovi “adepti parentali”. Vedi amica mia, non fanno in tempo a partorirli e a staccargli il cordone ombelicale, che li mettono subito al leggio. Come dire: la discendenza va preservata. Ma se ne andassero a fare in culo (scusa il francesismo).

Ilaria – Per fare il doppiatore di livello occorre…?
Lilli – Una volta occorreva tanto studio e buon senso nei confronti di se stessi, per dare sempre il meglio delle proprie capacità. Una volta, si doveva imparare il valore dell’arte recitativa in tutto il suo essere, per far si che ogni esperienza interpretativa (televisiva, cinematografica, teatrale), corrispondesse e rispettasse i canoni di tutti i sacrifici fatti per adibire poi al doppiaggio, che è sempre stato un arricchimento per un attore che ama vivere di emozioni, dando emozioni. Al giorno d’oggi invece, per andare al leggio sicuri, felici e contenti, occorre essere dei grandi tifosi della Roma, perché si sa, la maggioranza vince sempre, e non lo dico da laziale, ma lo dico e lo ribadisco, perché ho visto con i miei occhi una schiera di doppiatori andare avanti in gruppetti, ANCHE grazie alla condivisione di questa squadra del cuore. Ma la cosa più oscena è stata quando ho sentito con le mie orecchie un doppiatore dire ad un altro: “Capirai io dell’Inter, ma pur di lavorare dico che sono romanista, che mi frega”…Gesù mio aiutaci tu. Preservaci da questi individui e falli rinsavire tutti.

Ilaria – Fare il doppiatore è divertente, remunerativo e gratificante, ma ci sono alcune cose che devono essere ben chiare per chi volesse decidere di intraprendere questa carriera. Innanzitutto non è un gioco ma un lavoro, serio, duro e difficile. Giusto?
Lilli – Giustissimo, ma solo quando ti riconoscono i sacrifici che hai fatto. Vedi Ilaria, mettiamocelo in testa: IL DOPPIAGGIO VERO E’ MORTO!!!!! Esiste solo gente che sa fare questo mestiere perché qualcuno ha deciso di sceglierli fra tanti, perdendoci tempo, visto che nessuno nasce imparato, per poi portarli in vetta facendogli guadagnare fior di migliaia di euro. Per me il doppiaggio di qualità ed emozionale, arriva fino alla metà degli anni 90, dopo di che, è cominciata “l’epidemia della tecnica”, spremendo come limoni sti ragazzini che ovviamente, da adulti, hanno approfittato gli uni con gli altri di essere cresciuti insieme; ergo, non ti stupire se fra poco meno di dieci anni, vedrai distribuzioni alla Alice nel Paese delle Mer(D)aviglie”… fa tutto parte del gioco delle parti (scusa il gioco di parole). È questo il sistema. E vedessi come i doppiatori di sessant’anni fanno le moine a questi qui poco più che trentenni….hanno una paura folle di essere bistrattati quando saranno vecchi, che nemmeno te lo immagini.

LILLI MANZINI AL LEGGIO MENTRE DOPPIA IL SUO PERSONAGGIO, MANUELA, DE “IL SEGRETO”

Ilaria – Molti doppiatori hanno cominciato da bambini, figli di doppiatori, o di amici, o di tecnici. Così è semplice, i bambini sono quasi tutti bravi e spontanei, intanto si impara la tecnica e ci si inserisce nel
meccanismo. Se non si è figli di nessuno si può ambire comunque a trasformare un sogno in realtà?
Lilli – Certo che si può, basta che il bambino sia un amichetto del figlio di…. del nipote di… del tecnico di…Vedi, se ti aspetti che un bambino possa farcela, non essendo della cricca, allora vai a pregare che qualche povero disgraziato riesca a trovare qualche direttore magnanimo che gli dia un’opportunità. MALEDETTI SOLDI !!!! TI GIURO CHE SE AVESSI LO STESSO POTERE CHE HANNO ALCUNI MIEI COLLEGHI, E CHE USANO PURE MALE, POTREI RIVOLUZIONARE IMMEDIATAMENTE QUESTA SCHIFOSA REALTA’ DOPPIAGGESCA. Ma qui c’è in ballo molto di più dei soldi. Mooooolto di più. Che Dio li assista tutti, questi poveri stolti attaccati alla fama.

Ilaria – Sei super seguita ed amata sui social per la tua schiettezza. Se ti proponessero di fare un reality accetteresti?
Lilli – MAIIIII!!! SAREBBE LA FINE DELLA MIA INTELLIGENZA.

 

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